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Ganesh, l’inconfondibile Signore degli inizi

Indice

Conosciuta e apprezzata per essere probabilmente la più inclusiva tra le tante che si sono sviluppate nel corso dei millenni, la tradizione spirituale indiana è anche detta Sanātana Dharma: questa espressione significa “dharma eterno ed universale”, che quindi trascende le convinzioni temporanee di una persona e, quando praticato, conduce a moksha, la liberazione.

Il Sanātana Dharma

Oggi conosciuto in occidente come Induismo, il Sanātana Dharma è l’unica tradizione religiosa vivente sul pianeta che, come fonte di ispirazione, non guarda ad un fondatore umano. È senza tempo e senza età. Sanātana Dharma, la spiritualità di base dell’umanità, guarda all’interno dell’essere umano per trovare le sue origini nei regni sottili, all’interno del microcosmo.

Questa grande tradizione non ha né un’unica sede organizzata sul piano materiale né un’unica gerarchia. Per ciò potremmo chiederci: “Chi è dunque a capo dell’Induismo?”. Nientemeno che il nostro amorevole Ganesh! Egli non vive a Roma, né a Delhi. Vive ovunque i suoi devoti lo venerino e lo invochino all’interno di loro stessi. Ganesh non deve essere rieletto di volta in volta, perché molte ere fa, quando è stato creato, è stato nominato per questo lavoro permanentemente e irrevocabilmente.

Ma com’è nato Ganesh?

La storia della nascita di Ganesh, di come acquisì la testa di elefante e di come fu nominato a capo della spiritualità indiana, è molto affascinante. Inizia così: Shiva, il grande signore dello yoga, sta meditando in solitudine in un campo crematorio, mentre Pārvatī, la sua consorte, è a casa (la storia di Ganesh ha quindi inizio in un momento in cui i suoi genitori sono separati).

In assenza di Shiva, Pārvatī sperimenta solitudine: l’intimità con Shiva è ciò che più desidera, è frustrata ed in trepidante attesa del suo ritorno. Attraverso il suo amore per Shiva, nella lunga attesa, Pārvatī crea “da sé stessa” un figlio (quindi non rimane incinta): modellando la pasta di sandalo mista al sudore della sua pelle, dà forma all’immagine di un ragazzo sulla quale soffia il prana,dandogli così vita.

Shiva, di ritorno dalla sua meditazione, trova sulla soglia della dimora celeste questo giovane. “Ragazzo, cosa fai tu qui?”, gli chiede. Il giovane è stato istruito dalla madre di non far passare nessuno di lì. Pārvatī gli aveva detto che nessuno doveva varcare il limite senza il suo permesso.

 

Meditazione

Il ragazzo si trova ad essere l’ostacolo di Shiva verso la sua amata. Con tono deciso, Shiva chiede ancora: “Chi sei, ragazzo?”. “Sono il figlio di mia madre, Pārvatī!”, risponde.

Shiva Sto arrivando! che lei è in grado di generare un figlio anche senza di lui, ma non sopporta proprio che ci sia qualcuno che si frappone tra sé e la sua consorte. Dice così al ragazzo che lui passerà ugualmente, ma il ragazzo si oppone, obbedendo alla madre.

Shiva è accompagnato dalle sue gana, (le assemblee di semidei e semidee che sono sempre al servizio del Signore Shiva): niente può impedirgli di ottenere ciò che è di sua pertinenza.

Shiva però capisce che questo ragazzo è così potente da poter essere realmente il figlio di sua moglie. Sfruttando un momento in cui il ragazzo è impegnato con le gana, Shiva lancia il suo tridente, decapitandolo.

Sentendo il trambusto, la dea Pārvatī apre la porta. Vedendo il ragazzo disteso a terra senza vita, colma di dolore, toglie ogni dubbio a Shiva: quel ragazzo era loro figlio. Gli promette anche che non lo farà più entrare nella sua stanza da letto fino a quando il giovane non avrà ripreso vita.

“Shiva sa che lei è in grado di generare un figlio anche senza di lui, ma non sopporta proprio che ci sia qualcuno che si frappone tra sé e la sua consorte.”

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AUTORE

Alberto Vezzani

Alberto è insegnante ECAT per l’Anusara Yoga®. Studia e pratica yoga con grande dedizione e passione dal 2004 dopo il folgorante incontro con Cesare Boni che lo ha condotto verso l’iniziazione al cammino dello Yoga e ad approfondire la meditazione e le pratiche tradizionali sotto la guida della sua Guru.
Alberto muove i suoi primi Asana con Andrea Boni e inizia successivamente a studiare Hatha Yoga con Piero Vivarelli. Studia Hatha Yoga con altri incredibili insegnanti quali John Friend, Desiree Rambaugh, Sianna Sherman Noah Maze, Mark Holzman, Ross Rayburn e segue costantemente i suoi insegnanti di filosofia tantrica non duale e scritture orientali; Carlos Pomeda, Mark Diczkowski, Christopher Wallis. Ha studiato con Sally Kempton e Bill Mahoney. Ha vissuto e frequenta regolarmente gli Ashram della sua Guru in India e negli Stati Uniti. Alberto si inchina con infinita riconoscenza e gratitudine ai suoi maestri.

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