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Risveglio e Liberazione – Bodha e Moksha

Indice

Molte forme diverse di spiritualità hanno come obiettivo il risveglio e la liberazione. La parola obiettivo in questo caso è da contestualizzare, in quanto la meta implica sempre qualcosa di lontano da noi, in termini di spazio e di tempo. In realtà, l’obiettivo della pratica è semplicemente quello di abitare e di incarnare pienamente la propria vera natura.

L’obiettivo della pratica dello yoga

Un insegnante di meditazione l’ha chiamato “raggiungere ciò che si ha già“, dicendo che l’intera pratica è prepararsi, liberarsi di ciò che non si ha (ma si crede di avere) e raggiungere ciò che si ha già. Questo è il paradosso, ma è importante ricordare che quando parliamo di obiettivo nello yoga lo facciamo in senso metaforico, è quindi questa l’accezione di obiettivo che intendiamo.
Quindi c’è una ragione per cui lo stiamo facendo: la meta è caratterizzata in due modi diversi nella letteratura. Le diverse tradizioni definiscono questo obiettivo in modo diverso, ma quasi tutte usano la terminologia di risveglio e di liberazione. Anche se si tratta di due facce della stessa medaglia, dobbiamo distinguere il risveglio e la liberazione nel modo seguente.

Il risveglio

Il risveglio, Bodha in sanscrito, è il risveglio dalla convinzione che i contenuti del pensiero e delle emozioni ci definiscano o ci descrivano. Quindi, ci si sveglia dall’attività delirante di costruire un’immaginaria identità di sé, un costrutto di se stessi che parte da ricordi, pensieri ed emozioni. Questa è la tipica cosa che fanno gli esseri umani, perché quasi tutti costruiscono un’immagine di sé in quello che potremmo chiamare un ego individuale, con un insieme di ricordi ed emozioni.

Il risveglio è una cosa inaspettata. Non arriva quando ci si riflette sopra, come in questo modo: “il sé è un costrutto sociale e psicologico”. No, non è dirlo, ma è la sua realizzazione in termini di esperienza: “oh, questo è quello che sono”, e quindi sentire questa distinzione tra la coscienza e i suoi contenuti.

Il primo passo sul sentiero del risveglio è questo: vedere visceralmente, in modo esperienziale e non concettuale, sentire la distinzione tra la coscienza e i suoi contenuti e rendersi conto che tutti i pensieri, i ricordi e le emozioni sono contenuti della coscienza. Sono ciò di cui siamo consapevoli, ma io sono la consapevolezza. Io sono l’essere, la presenza consapevole all’interno della quale tutti questi contenuti sorgono e si dissolvono.

Ora, nota che fin qui non si è ancora parlato di diventare liberi. Giusto? È possibile sperimentare la veglia e non aver cambiato nulla in termini di contenuti della coscienza.
Il risveglio è molto reale, prezioso, coinvolgente, cambia la vita, anche se dal punto di vista degli altri non è successo nulla. Perché se i contenuti della coscienza sono ancora gli stessi, e per la maggior parte delle persone lo saranno per un po’, tendono a cambiare lentamente. Del resto, quando parliamo con gli altri, lo facciamo di solito sulla base dei pensieri condizionati, sulla base dei contenuti della coscienza.
Quindi, in un certo senso, è un po’ come se tu stessi sperimentando un nuovo mondo, ma la tua esperienza non è necessariamente evidente a nessun altro fino a quando non si attiva il processo di liberazione.
Quindi è raro, ma può succedere, che qualcuno sia molto sveglio e per nulla liberato, ma non il contrario. Non è possibile, un certo grado di risveglio è un prerequisito per la liberazione.

La liberazione

Quindi cos’è la liberazione? È lo scioglimento, la caduta, la dissoluzione e la decostruzione di alcuni aspetti dello stesso sé che è stato precedentemente costruito. Quindi è la dissoluzione o la caduta delle immagini di sé stessi. La dissoluzione o la digestione di esperienze precedentemente non digerite. La dissoluzione di storie, narrazioni o credenze sulla realtà.

E puoi notare come questo sia davvero distinto dal risveglio, anche se sono aspetti interdipendenti del processo. Infatti, potresti ancora raccontarti una storia o una narrazione sulla natura della realtà ed essere sveglio al fatto che sia una storia.

Questo è il caso più comune: se hai ricevuto un certo grado di risveglio puoi vedere che la tua storia è una storia, ma che la storia è ancora lì. E potrebbe avere ancora un certo grado di carica emotiva, di carica psichica mental-emotiva, anche se ora vedi che si tratta di un contenuto mentale, di una narrazione o di una storia sulla tua esperienza, ma non è la verità.

Ebbene ora, molto seriamente, quello che ti propongo è di considerare che le tue storie, le storie sulla tua vita, non siano più vere di quelle che leggi in un romanzo.
Vale a dire che hanno qualche indizio di verità, ma sono solo un modo di costruire, interpretare e descrivere l’esperienza.

Con il risveglio, iniziamo a poter riconoscere la storia in quanto storia e riconoscerne la sua natura costruita, ma in realtà non ne siamo ancora liberati. Non si è ancora dissolta, di solito si dissolve in più di uno stadio, perché la prima cosa che si dissolve è la tua fede nella storia. Non credi più di avere lo stesso coinvolgimento emotivo nella tua storia o narrazione o punto di vista. E inoltre non la vedi più come “giusta”.

Questo perché tutte le prospettive sono condizioni. Perché la vedi in quel modo, quando qualcun altro la vedrebbe in modo diverso? Perché è quello che hai ereditato. Èd è possibile indagare su questo. Quando vedi che la storia è costruita, quando ti rendi conto che questi modi di vedere le cose che applichi alla tua esperienza non sono così accurati, ma che in realtà sono condizioni ereditate, allora puoi iniziare a lasciar andare l’aggrapparsi ad esse.

I saggi ci dicono che allora la storia stessa si dissolverà, cadrà e ci si renderà conto che ci sono infiniti modi di raccontare qualsiasi gruppo di fenomeni, qualsiasi insieme di esperienze.
Questo è un punto davvero importante da raggiungere. Non si è veramente liberi dalle storie, ma vediamo che ci sono infiniti modi di narrare qualsiasi tipo di fenomeno, qualsiasi insieme di esperienze.

Distinzione tra risveglio e liberazione

Per definire la distinzione tra risveglio e liberazione nel modo più chiaro possibile, la liberazione ha a che fare con un processo progressivo di dissoluzione o decostruzione di tutto ciò che deve essere dissolto e che permette la caduta di tutto ciò che deve cadere. Non è che si debba digerire e dissolvere ogni singolo frammento o impressione di esperienza passata irrisolta, ma c’è un punto di svolta in cui i samskara (le impressioni mentali latenti) si sono dissolti e sono stati digeriti abbastanza da non costituire più un centro psichico gravitazionale, in grado di farti uscire dall’abitare nella tua natura essenziale e farti entrare negli stati emotivi in cui ti identifichi con le tue storie, le tue emozioni e i tuoi pensieri. E quando si supera quel punto di svolta, è molto raro essere trascinati nuovamente in quell’identificazione.

Questo è diverso dal provare emozioni intense. Potresti ancora provare emozioni intense, ma è diverso dall’essere trascinati nell’identificazione con i pensieri e le storie su quelle emozioni. Quindi il risveglio non implica necessariamente un grado di dissoluzione. Ecco perché alcune persone vivono una versione del risveglio chiamata “bypass spirituale”, una versione che aggira il risveglio.

Come dice Adya Shanti, è più facile trascendere l’ego che dissolverlo.

Ma questo non vuol dire che si possa saltare l’esperienza di trascendere l’ego. Dobbiamo fare quell’esperienza, dobbiamo fare l’esperienza di trascendere l’intera mente condizionata e la struttura dell’ego per vedere davvero che non siamo noi, per poi iniziare così a dissolverli.
Se non è stato fatto nulla di questo lavoro di dissoluzione o di liberazione, potremmo diventare bravi a trascendere e poi continuare a tornare in un corpo-mente relativamente inalterato: non c’è nulla di male in questo. Nessuno dice che devi farlo. Non c’è nessun obbligo, ma è molto meno probabile che gli altri beneficino del nostro risveglio se non raggiungiamo la fase di liberazione del processo. Vuoi essere di beneficio agli altri? Vuoi essere al servizio degli altri? Vuoi che il tuo risveglio abbia un impatto sul mondo in cui vivi? Allora dovremo fare un po’ di lavoro interiore, perché altrimenti è fin troppo facile trascendere questa struttura mentale-egoica e poi tornarci dentro, avendo ancora una quantità di cose irrisolte.

Chiarezza e libertà

Il risveglio è caratterizzato dalla chiarezza. Si può vedere la differenza tra la natura essenziale e la personalità costruita socialmente. Quindi significa discernere: la chiarezza è discernimento, la chiarezza di visione è discernimento.

La liberazione è caratterizzata dalla libertà. Così come la chiarezza, non è che la libertà sia in contrapposizione alla chiarezza. Ma qui c’è la dolcezza, c’è il sublime, il rilascio e anche la gioia quando sperimenti effettivamente la caduta di questi tipi di incrostazioni di energia psichica non risolta, quando inizia a dissolversi l’energia emotiva mentale, calcificata, stagnante e pietrificata.

Ma ecco la parte più bella: ecco il ciclo virtuoso. Ovvero, più ti risvegli, più avrai chiarezza e discernimento, più avrai chiarezza di visione, più sarà possibile permettere la dissoluzione di ciò che è pronto a dissolversi o la caduta di ciò che è pronto a cadere. È l’aspetto benefico e distruttivo del processo. E più ci si libera da queste immagini calcificate e dalle esperienze non digerite, più ci si può risvegliare. Molte persone percepiscono il risveglio come un aspetto binario: o si discerne la natura della propria essenza o non lo si fa. Sì, in un certo senso è vero, ma anche no, perché è quello che sei. È come se si potesse andare infinitamente in profondità.

Potremmo dire che questi risvegli sono continui. Solo che il risveglio sembra essere in grado di andare avanti (in qualche modo) per sempre. Ma la liberazione invece è un processo con una fine, nel senso che a un certo punto non ci sono più immagini di sé da cui liberarsi. Non ci sono più esperienze non digerite che devono essere digerite. Non c’è più niente che i liberati debbano fare. È possibile raggiungere quel punto del processo di liberazione, in cui ciò che doveva essere fatto è stato fatto. Quindi è terminato, mentre potremmo dire che il risveglio sia infinito.

Cosa possiamo fare?

È sufficiente, è davvero più che sufficiente dire semplicemente:
“Voglio e mi oriento verso qualsiasi grado di risveglio e liberazione sia possibile per me in questa vita”.
Ma non immaginarti un obiettivo apparentemente irraggiungibile con cui confrontarti e sentirti sempre inferiore. Questo minerebbe il tuo cammino. Semplicemente apriti a ciò che è possibile in questa vita: non sappiamo cosa sia possibile e nemmeno ce ne dovremmo, per così dire, preoccupare. Ogni momento di ulteriore risveglio può essere espansivo, un’apertura, un ooohhh!!! In ogni momento di ulteriore risveglio o consapevolezza c’è qualcosa che è pronto ad andare. Pronto a liberarsi, basta lasciarlo andare.

L’augurio è che tu, proprio tu che stai leggendo queste parole in questo momento, possa essere sveglio e libero. Non preoccuparti a quale grado di libertà.

La libertà è possibile

Il mio caro insegnante di meditazione Cesare Boni diceva sempre che la libertà è un nostro diritto di nascita.
Non c’è circostanza della vita che la renda impossibile. Non c’è grado di sofferenza, afflizione mentale o emotiva che lo renda impossibile.

Buona Liberazione!

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AUTORE

Alberto Vezzani

Alberto è insegnante ECAT per l’Anusara Yoga®. Studia e pratica yoga con grande dedizione e passione dal 2004 dopo il folgorante incontro con Cesare Boni che lo ha condotto verso l’iniziazione al cammino dello Yoga e ad approfondire la meditazione e le pratiche tradizionali sotto la guida della sua Guru.
Alberto muove i suoi primi Asana con Andrea Boni e inizia successivamente a studiare Hatha Yoga con Piero Vivarelli. Studia Hatha Yoga con altri incredibili insegnanti quali John Friend, Desiree Rambaugh, Sianna Sherman Noah Maze, Mark Holzman, Ross Rayburn e segue costantemente i suoi insegnanti di filosofia tantrica non duale e scritture orientali; Carlos Pomeda, Mark Diczkowski, Christopher Wallis. Ha studiato con Sally Kempton e Bill Mahoney. Ha vissuto e frequenta regolarmente gli Ashram della sua Guru in India e negli Stati Uniti. Alberto si inchina con infinita riconoscenza e gratitudine ai suoi maestri.

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