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I chakra: sei cose che potresti non sapere
- Alberto Vezzani
- Tempo di lettura: 10 minuti
Negli ultimi cento anni il concetto di chakra, o centri di energia sottile all’interno del corpo, ha catturato l’immaginazione occidentale più di qualsiasi altro insegnamento della tradizione Yoga.
Secondo uno dei miei più cari insegnanti, che oltre ad essere un praticante di meditazione è anche un’esperto studioso delle fonti in sanscrito (alle quali non è possibile accedere se non si conosce il sanscrito), si sono date per scontate alcune parti che nel tempo ne hanno modificato e cambiato la prospettiva originaria.
In uno dei suoi articoli più popolari, afferma che: “l’occidente ha quasi totalmente fallito nel comprendere cosa significasse il concetto di chakra nel suo contesto originale e come si dovrebbe praticare con esso”.
Questa sua affermazione potrebbe suonarti molto forte e per certi versi assurda, dal momento che i tuoi insegnanti e anche i più noti Guru Indiani, hanno insegnato la versione che tutti quanti noi abbiamo considerato attendibile fino ad ora.
Mi auguro che questo articolo possa non sembrarti provocatorio ma portatore di maggior chiarezza e quindi incontrare uno spazio di apertura, integrazione e riflessione. Tutto quello che riporto in questo articolo è estratto dal suo blog post più letto in assoluto, questo articolo di Hareesh Christopher Wallis, scritto nel 2016 The real story on the Chakras.
È da lui che ho appreso queste importanti differenze e che con il cuore aperto sintetizzo e ripropongo in Italiano.
Cosa sono i chakra?
Nelle tradizioni tantriche, da cui deriva il concetto, i chakra sono punti focali per la meditazione all’interno del corpo umano, visualizzati come strutture di energia simili a dischi o fiori. Sono i punti in cui convergono un certo numero di nadi (in sanscrito nāḍī, che significa canali o meridiani). Sono strutture concettuali ma hanno una base fenomenologica, poiché tendono ad essere localizzati dove gli esseri umani sperimentano l’energia emotiva e spirituale, la forma in cui sono visualizzati riflette le esperienze visionarie vissute dai meditanti.
Sopra abbiamo detto che finora l’Occidente non è riuscito a comprendere i chakra. Permettimi di chiarire che per “Occidente” intendiamo non solo la cultura euro-americana, ma anche gli aspetti della cultura indiana moderna che sono informati dalla matrice culturale euro-americana. Poiché a questo punto è quasi impossibile trovare una forma di yoga in India che non sia influenzata dalle idee euro-americane al riguardo, quando uso il termine occidentale includo anche la maggior parte degli insegnamenti sullo yoga in India oggi che esistono e sono diffusi in lingua inglese.
Preparati a questa affermazione di Hareesh: “Per la maggior parte, lo yoga occidentale non capisce quasi nulla dei chakra che la tradizione originale riteneva importanti per loro.
Se leggi un libro come il famoso Ruote di Vita di Anodea Judith o simili, è importante renderti conto che non stai leggendo un’opera di filosofia yoga ma di occultismo occidentale, basata su tre fonti principali:
- precedenti opere di occultismo occidentale che prendono in prestito e adattano termini sanscriti senza capirli veramente (come The Chakras of Theosophist CW Leadbeater, 1927)
- la traduzione imperfetta del 1918 di John Woodroffe di un testo sui chakra scritto in sanscrito nel 1577; e
- i libri del 20° secolo di guru indiani dello yoga che si basano principalmente sulle fonti 1 e 2. I libri sui chakra basati sulla solida comprensione delle fonti sanscrite originali finora esistono solo nel mondo accademico.
Come studente/insegnante di yoga potresti chiederti: “Ma importa tutto questo? Ho tratto così tanto beneficio dal libro di Anodea Judith e da altri simili, non portarmelo via!”
Non lo farò e non posso farlo. Qualunque beneficio tu abbia ricevuto, da qualsiasi fonte, è reale se dici che lo è.
Siamo qui solo per dirti due cose:
primo, che quando i moderni autori occidentali sui chakra dicono che stanno presentando antichissimi insegnamenti, ti stanno ingannando, ma non sanno di farlo, perché non possono valutare la validità dei documenti originali dal momento che non leggono il sanscrito.
In secondo luogo, per coloro che sono interessati, siamo qui per farvi sapere almeno un po’ cosa significano i concetti yogici nel loro contesto originale.
Solo tu puoi valutare se questo è di qualche vantaggio per te.
I sei fatti fondamentali sui chakra che molti yogi moderni non conoscono
Non sto affermando che il più vecchio sia per forza migliore. Non sto cercando di insinuare che non ci sia alcun valore spirituale nell’occultismo occidentale. Sto solo approssimando la verità storica con parole semplici nel miglior modo possibile.
Non c’è solo un sistema di chakra nella tradizione originale, ma ne esistono vari
La teoria del corpo sottile e dei suoi centri energetici chiamati cakra o padma (fiori di loto), ādhāra, lakṣya (punti focali), ecc. deriva dalla tradizione dello Yoga Tantrico, che fiorì dal 600-1300 d.C., ed è ancora vivo oggi. Nello Yoga Tantrico maturo (dopo l’anno 900 circa), ognuno dei molti rami della tradizione articolavano un diverso sistema di chakra, e alcuni rami ne articolavano più di uno. Vengono insegnati sistemi che prevedono:
- cinque chakra
- sei chakra
- sette chakra
- nove chakra
- dieci chakra
- dodici chakra
- ventuno e più chakra
A seconda del testo e del lignaggio che stai osservando. Il sistema dei sette chakra (o, tecnicamente, 6 + 1) che gli yogi occidentali conoscono è solo uno dei tanti, e divenne dominante intorno al 15° secolo.
Forse ora stai pensando: “Ma quale sistema è giusto? Quanti chakra ci sono veramente?” E questo ci porta al nostro primo grande malinteso. I chakra non sono come organi nel corpo fisico; non sono fatti fissi che possiamo studiare come i medici studiano i gangli neurali (con cui i chakra furono confusi nel diciannovesimo secolo).
Il corpo energetico (sūkshma-sharīra) è una realtà straordinariamente fluida, come dovremmo aspettarci da qualsiasi cosa non fisica e molto sottile. Il corpo energetico può presentare, esperienzialmente parlando, un numero qualsiasi di centri energetici, a seconda della persona e della pratica yogica che sta eseguendo.
Detto questo, ci sono alcuni centri che si trovano in tutti i sistemi: in particolare:
- nel basso ventre
- nel cuore e
- nella testa o vicino alla sommità della testa
Dato che questi sono tre luoghi nel corpo in cui gli esseri umani in tutto il mondo sperimentano fenomeni sia emotivi che spirituali.
Ma a parte questi tre centri, c’è un’enorme varietà nei sistemi di chakra che troviamo nella letteratura originale. Uno non è più “giusto” di un altro, se non relativamente a una pratica specifica. Ad esempio, se stai facendo una pratica con i cinque elementi, usi un sistema di cinque chakra. Se stai interiorizzando l’energia di sei diverse divinità, usi un sistema a sei chakra.
I sistemi dei chakra sono prescrittivi, non descrittivi
Questo potrebbe essere il punto più importante. Le fonti occidentali tendono a presentare il sistema dei chakra come un fatto esistenziale, usando un linguaggio descrittivo come “il mūlādhāra chakra è alla base della spina dorsale ed è rosso” e così via. Ma nella maggior parte delle fonti sanscrite originali, non ci viene insegnato come stanno le cose, ci viene data una pratica yogica specifica; in cui stiamo visualizzando un oggetto sottile fatto di luce colorata, a forma di loto o di ruota che gira, in un punto specifico del corpo, e poi di attivare in esso delle sillabe mantriche, per uno scopo specifico.
I testi sono prescrittivi: dicono cosa dovresti fare per raggiungere un obiettivo specifico usando mezzi mistici.
Gli stati psicologici associati ai chakra sono completamente moderni e occidentali
Su innumerevoli siti web e in innumerevoli libri, leggiamo che il muladhara chakra (mūlādhāra) è associato alla sopravvivenza e alla sicurezza, che il manipura chakra (maṇipūra) è associato alla forza di volontà e all’autostima, e così via. Lo yogi istruito dovrebbe sapere che tutte le associazioni dei chakra con gli stati psicologici sono una moderna innovazione occidentale iniziata con Carl Jung. Forse tali associazioni rappresentano realtà esperienziali per alcune persone, ma certamente non le troviamo nelle fonti sanscrite.
C’è solo un’eccezione di cui al momento siamo a conoscenza, ed è “il sistema dei 10 chakra per i musicisti-yogi”. Ma in quel sistema del tredicesimo secolo, non possiamo trovare che ogni chakra viene associato a una specifica emozione o stato psicologico; piuttosto, ogni petalo di ogni chakra del loto è associato a un’emozione o a uno stato psicologico distinto, e non sembra esserci alcun modello in base al quale potremmo creare un’etichetta per il chakra nel suo insieme.
Ma non è tutto. Quasi tutte le tante associazioni che si trovano in Ruote di Vita di Anodea Judith non hanno alcun fondamento nelle fonti indiane. Ogni chakra, ci dice Judith, è associato a una certa ghiandola corporea, a certe disfunzioni corporee, a certi cibi, a un certo metallo, a un minerale, a un’erba, a un pianeta, a un sentiero dello yoga, a un seme dei tarocchi, a una sephira del misticismo ebraico, e un arcangelo del cristianesimo! Nessuna di queste associazioni si trova nelle fonti originali. Judith o i suoi insegnanti li hanno creati sulla base di somiglianze percepite. Questo vale anche per gli oli essenziali e i cristalli che altri libri e siti web affermano corrispondano a ciascun chakra.
Questo non vuol dire che mettere un certo tipo di cristallo sulla pancia quando hai problemi di autostima e immaginarlo mentre purifica il tuo maṇipūra chakra potrebbe non aiutarti a sentirti meglio. Forse lo farà, a seconda della persona. Sebbene questa pratica non sia certamente tradizionale e non sia stata testata per generazioni (che è il punto centrale della tradizione, in realtà). A mio avviso, le persone dovrebbero sapere quando il pedigree di una pratica è di pochi decenni, non di secoli. Se una pratica ha valore, allora non è necessario falsificarne la provenienza, giusto?
Il sistema dei sette chakra popolare oggi non deriva da una scrittura, ma da un trattato scritto nel 1577
Il sistema di chakra seguito dagli yogi occidentali è quello che si trova in un testo sanscrito scritto da un uomo di nome Pūrṇānanda Yati. Egli ha completato il suo testo; il Ṣaṭ-chakra-nirūpaṇa o “Spiegazione dei sei Chakra”, nell’anno 1577, ed è stato tradotto in inglese circa 100 anni fa, nel 1918.
Una versione più semplice dello stesso sistema di sette chakra si trova in un testo post-scritturale del XIII secolo chiamato Śāradā-tilaka, sebbene quel testo riconosca chiaramente che esistono più sistemi di chakra (come i sistemi di 12 o 16 chakra).
Troviamo anche una versione più elaborata dello stesso sistema nella Śiva-samhitā del quattordicesimo o quindicesimo secolo.
Tuttavia, la maggior parte degli yogi (sia indiani che occidentali) conosce il sistema dei sette chakra attraverso l’opera del XVI secolo di Pūrṇānanda, o meglio, attraverso la traduzione alquanto incoerente e confusa di quel testo, fatta da John Woodroffe nel 1918.
Tuttavia, questo sistema di sette chakra è stato quello dominante negli ultimi quattro o cinque secoli. Ma è anche vero che il sistema occidentalizzato dei sette chakra che conosciamo si basa sull’interpretazione degli occultisti dell’inizio del ventesimo secolo di una traduzione errata di una fonte non scritturale. Questo non lo invalida affatto, ma serve piuttosto a problematizzare la sua egemonia.
Si noti che il buddismo tantrico (ad esempio, quello del Tibet) conserva spesso forme più antiche, e in effetti il sistema dei cinque chakra è dominante in quella tradizione, così come il più fondamentale sistema dei tre bindu. O per un tipico sistema di cinque chakra come si trova nel Tantra classico.
Lo scopo principale di un sistema di chakra è quello di fungere da modello per nyāsa – installazione di mantra e divinità
Per quanto riguardava gli autori originali, lo scopo principale di qualsiasi sistema di chakra era quello di fungere da modello per nyāsa, che significa l’installazione di mantra ed energie delle divinità in punti specifici del corpo sottile. Quindi, anche se oggi milioni di persone sono affascinate dai chakra, quasi nessuna di loro li utilizza per lo scopo previsto.
Ancora una volta, non siamo qui per fare torto a nessuno, solo per informare le persone interessate.
Le caratteristiche più notevoli dei sistemi di chakra nelle fonti originali sono queste tre:
- che i suoni mistici dell’alfabeto sanscrito sono distribuiti attraverso i “petali” di tutti i chakra nel sistema,
- che ogni chakra è associato a uno specifico Grande Elemento (Terra, Acqua, Fuoco, Vento e Spazio) e
- che ogni chakra è associato a una o più divinità indù specifiche. Questo perché il sistema dei chakra è, come ho detto, principalmente un modello per nyāsa.
Nel nyāsa (lett., ‘posizionamento’), visualizzi una specifica sillaba mantrica in una posizione specifica in un chakra specifico nel tuo corpo energetico mentre intoni silenziosamente il suo suono.
I mantra-seme che pensi vadano con i chakra in realtà vanno con gli elementi che sono installati in quei chakra
Ti è forse stato detto che il mantra-seme ( bīja ) del mūlādhāra chakra è LAM. Beh, non lo è. Almeno non in nessuna fonte sanscrita, nemmeno nel racconto sincretico alquanto confuso di Pūrṇānanda. E il mantra di svādhiṣṭhāna chakra non è VAM.
È semplice: LAM è il mantra-seme dell’elemento Terra, che nella maggior parte delle pratiche di visualizzazione dei chakra è installato nel mūlādhāra.
VAM è il mantra-seme dell’elemento Acqua, che viene installato in svādhiṣṭhāna (almeno, nel sistema dei sette chakra che conosci). E così via: RAM è la sillaba del Fuoco, YAM del Vento e HAM dello Spazio.
Quindi il punto principale è che i mantra fondamentali associati ai primi cinque chakra su quasi tutti i siti Web che puoi cercare su Google in realtà non appartengono a quei chakra di per sé, ma piuttosto ai cinque elementi installati in essi. Questo è importante da sapere se vuoi installare uno di questi elementi in un posto diverso.
“Sussulto! Perchè Posso farlo?”
Totalmente. Infatti, in diversi lignaggi tantrici, troviamo gli elementi installati in luoghi molto diversi. Ad esempio, il lignaggio Saiddhāntika ha installato la Terra nel chakra del cuore. Quale pensi possa essere l’effetto sulle tue relazioni di installare sempre l’elemento Vento nel centro del cuore? (Ricorda, YAM è il mantra dell’Aria/Vento, non dell’anahatachakra, il cui mantra intrinseco è in realtà OM.).
Quindi forse potresti voler installare un po’ di Terra nel cuore qualche volta, perché il radicamento fa bene al tuo cuore. In tal caso, è utile sapere che LAM è il mantra dell’elemento Terra, non il mantra del mūlādhāra-chakra.
Inoltre, la maggior parte delle figure geometriche associate oggi ai chakra appartengono anch’esse propriamente agli Elementi:
- la Terra è tradizionalmente rappresentata da un quadrato (giallo)
- l’Acqua da una falce di luna (argentea)
- il Fuoco da un triangolo (rosso) rivolto verso il basso
- il Vento da un esagramma o stella a sei punte
- lo Spazio da un cerchio.
Quindi, quando vedi quelle figure inscritte nelle illustrazioni dei chakra, ora sai che in realtà sono rappresentazioni di quei rispettivi elementi, non di una geometria insita nel chakra stesso.
Come puoi immaginare, questo è ancora un territorio per lo più inesplorato. Quindi, se sei un’insegnante, quando si tratta dei chakra, puoi spiegare ai tuoi studenti di yoga che ad oggi, tutti i libri sui chakra presentano erroneamente un solo modello possibile.
Possiamo invitare noi stessi e gli studenti a guardare in modo chiaro, onesto, attento e non giudicante alla propria esperienza interiore.
Dopotutto, tutto ciò che ogni Maestro di yoga ha mai sperimentato è anche in noi.
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AUTORE
Alberto Vezzani
Alberto è insegnante ECAT per l’Anusara Yoga®. Studia e pratica yoga con grande dedizione e passione dal 2004 dopo il folgorante incontro con Cesare Boni che lo ha condotto verso l’iniziazione al cammino dello Yoga e ad approfondire la meditazione e le pratiche tradizionali sotto la guida della sua Guru.
Alberto muove i suoi primi Asana con Andrea Boni e inizia successivamente a studiare Hatha Yoga con Piero Vivarelli. Studia Hatha Yoga con altri incredibili insegnanti quali John Friend, Desiree Rambaugh, Sianna Sherman Noah Maze, Mark Holzman, Ross Rayburn e segue costantemente i suoi insegnanti di filosofia tantrica non duale e scritture orientali; Carlos Pomeda, Mark Diczkowski, Christopher Wallis. Ha studiato con Sally Kempton e Bill Mahoney. Ha vissuto e frequenta regolarmente gli Ashram della sua Guru in India e negli Stati Uniti. Alberto si inchina con infinita riconoscenza e gratitudine ai suoi maestri.
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